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Le vaccinazioni e i documenti obbligatori

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Quando si programma un viaggio con il proprio amico a 4 zampe, è bene organizzarsi per tempo senza dare nulla per scontato.
È necessario verificare non solo se il nostro animale è il benvenuto nella struttura dove si svolgerà il soggiorno, ma anche le regole alle quali bisogna attenersi per poterlo avere sempre al nostro fianco.
Prima di tutto, però, bisogna informarsi sui regolamenti di sanità veterinaria e sulle eventuali vaccinazioni richieste nel Paese in cui si andrà.

DESTINAZIONE ITALIA
Prima di mettersi in viaggio, è opportuno verificare lo stato di salute del proprio animale e una visita dal veterinario è sicuramente il miglior modo. È consigliabile, inoltre, accertarsi che il nostro amico a 4 zampe sia in regola con le vaccinazioni.
Un adeguato programma vaccinale può mettere Fido al riparo dalle principali malattie infettive: gastroenterite infettiva.
Il libretto sanitario rappresenta un promemoria degli interventi, medici e di profilassi, effettuati sul nostro quadrupede.
Viene compilato dal proprio veterinario di fiducia e deve essere sostituito dal passaporto comunitario, rilasciato dai servizi veterinari delle proprie AA.SS.LL., qualora il nostro amico in viaggio con il suo proprietario superasse i confini nazionali.
Anche il passaporto comunitario, infatti, ha una sezione per le annotazioni sanitarie.

Indipendentemente dalla destinazione, oltre alle vaccinazioni, è importante proteggere il cane dalle infestazioni parassitarie esterne (pulci, zecche, acari, ecc.) e da quelle interne (vermi tondi, vermi piatti, ecc.) con gli efficaci presidi a nostra disposizione.

n tutto il bacino del Mediterraneo e in Italia, in zone come Sardegna, Argentario, Isola d'Elba, Sicilia e altre regioni del Sud, il pericolo principale è rappresentato dal pappatacio (flebotomo), un insetto simile ad una piccola zanzara che può trasmettere la leishmaniosi.
È importante, perciò, adottare delle misure preventive: in commercio esistono spray, formulazioni spot-on (gocce da mettere in determinati punti alla base del pelo, come in mezzo alle scapole a alla base della coda) e collari antiparassitari che agiscono come repellenti per il pappatacio.
In tali zone, è preferibile, comunque, non far uscire il cane nelle tarde ore del pomeriggio, quando il pericoloso insetto è più attivo, e non far dormire il cane all'aperto durante la notte.
Nel Nord Italia o comunque in territori umidi e pianeggianti come la Pianura Padana, bisogna proteggere il cane dalla filariosi cardiopolmonare, una malattia diffusa e pericolosa che si può prevenire somministrando specifiche compresse.

La vaccinazione contro la rabbia rimane una precauzione nei confronti di una malattia trasmissibile anche all'uomo.
Oggi il rischio di contrarla è molto ridotto, grazie all'attenta profilassi vaccinale, eseguita anche sugli animali selvatici.
Tuttavia, negli ultimi anni, la malattia si è ripresentata in animali selvatici presenti in alcune zone del nord Italia e, purtroppo, alcuni animali domestici sono stati contagiati.
Per questo motivo il Ministero della Salute ha emanato un'ordinanza recante misure per prevenire la diffusione della rabbia nelle regioni del nord-est italiane, che prevede l'obbligatorietà della vaccinazione di cani, gatti e furetti che si trovano o vengono condotti in Friuli Venezia Giulia, in alcune zone del Veneto e in Trentino-Alto Adige.
L'animale devessere vaccinato almeno 21 giorni prima e da non oltre 11 mesi dal momento dell'ingresso in tali zone.

Un'altra malattia molto diffusa nelle zone rurali è la leptospirosi, che colpisce cani e gatti di ogni età e anche l'uomo.
La forma principale di trasmissione è attraverso l'ingestione di acqua o di alimenti contaminati dalle urine di ratti portatori della malattia, così come tramite il contatto con piccole ferite che i nostri migliori amici a 4 zampe si possono procurare.
È perciò consigliabile effettuare la vaccinazione contro la leptospirosi, che deve essere ripetuta ogni 6 mesi negli animali a maggior rischio di esposizione.

DESTINAZIONE EUROPA
Per viaggiare all'interno dell'Unione Europea, dal 1° ottobre 2004 è necessario il passaporto europeo per cani, gatti e furetti.
Un passaporto simile al nostro, con la copertina di cartone plastificato blu cobalto, con al centro l'emblema dell'Europa, cioè la corona con le stelle dorate.

Il passaporto contiene, in inglese e nella lingua nazionale, tutte le informazioni anagrafiche e soprattutto sanitarie del proprio animale: identità del cane, numero di microchip, ata della vaccinazione contro la rabbia e la data entro la quale deve essere effettuato il successivo richiamo, eventuali altre vaccinazioni.

La profilassi per la rabbia rappresenta l'unica profilassi obbligatoria per passare il confine.
Attraverso il documento, le autorità sanitarie identificheranno l'animale così come il suo padrone, e potranno avere la certezza che Fido sia stato sottoposto alla vaccinazione contro la rabbia. I servizi veterinari delle AA.SS.LL. rilasceranno il passaporto solo dopo 21 giorni dall'effettuazione della vaccinazione antirabbica. Si ricorda che per la data del richiamo fa fede l'indicazione fornita dalla casa produttrice del vaccino.
Qualche problema in più per chi vuole viaggiare con il proprio animale, se questo ha meno di 3 mesi.
Diversi Paesi europei, infatti, non permettono l'introduzione sul proprio territorio di cuccioli che non abbiano completato il protocollo vaccinale nei confronti della rabbia.

Alcuni paesi UE applicano delle regole più restrittive per l'introduzione di cani e gatti sul proprio territorio.
Per la Gran Bretagna, l'Irlanda, la Svezia e Malta, oltre ad essere in possesso del passaporto europeo ed essere identificati esclusivamente tramite un microchip, i nostri amici a 4 zampe dovranno essere sottoposti anche ad un test di verifica degli anticorpi per il virus della rabbia (titolazione anticorpale).
Si tratta di un esame del sangue che dovrà essere eseguito dopo 30 giorni dalla vaccinazione e almeno 6 mesi prima di spostarsi verso il Regno Unito, l'Irlanda, Malta, e 120 giorni dopo la vaccinazione per l'introduzione in Svezia.

In più, chi è diretto in Finlandia, Irlanda, Malta, Svezia e Regno Unito dovrà sottoporre gli animali da compagnia al trattamento preventivo per l'echinococco e, ad esclusione della Finlandia, anche ad un trattamento contro le zecche.

Nel passaporto devono, poi, essere attestati dal veterinario privato i trattamenti effettuati prima dello spostamento nei confronti delle zecche e dell'echinococco, secondo le modalità individuate dalle rispettive norme nazionali dei Paesi di destinazione.
Si ricorda, infine, che la titolazione degli anticorpi non va rinnovata per gli animali che siano stati regolarmente rivaccinati senza interruzione del protocollo di vaccinazione prescritto dal laboratorio di fabbricazione.

Per Regno Unito, Svezia, Irlanda e Malta, rimane comunque il divieto assoluto di introdurre cani di età inferiore ai 3 mesi.

DESTINAZIONE EXTRA UNIONE EUROPEA
Per chi ha in programma di viaggiare in altri Stati, invece, è consigliabile contattare l'ambasciata del Paese terzo (paese non facente parte dell'Unione Europea) in Italia, o direttamente l'ufficio del turismo del Paese di destinazione, al fine di ricevere informazioni precise su eventuali vaccinazioni e sulla documentazione necessaria per il nostro amico a 4 zampe.

Ad esempio per Stati Uniti e Canada, viene richiesto il "Certificato internazionale di origine e sanità", che è generalmente rilasciato da un veterinario ufficialmente autorizzato o dalla ASL di competenza. Il certificato è valido 30 giorni, ma possono esserci delle eccezioni (ad esempio in Brasile vale solo 5 giorni).

È utile ricordare che in alcuni Paesi terzi ci sono leggi molto severe che prevedono, ad esempio, che il cane venga messo in quarantena in una struttura sanitaria e quindi separato dal proprio padrone anche per lunghi periodi.
Si consiglia, quindi, di acquisire ogni utile informazione con molto anticipo.

fonte: justdog.it

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